Volando aprile

Aprile, volando è volato, e non ci siamo resi conto di nulla.

Non ci siamo resi conto di nulla, nemmeno dei vent’anni di molti, di tutti noi, e dei quaranta di molti, e di tutti noi.

Non ci siamo in realtà resi conto di nulla, di quelli morti, delle sofferenze e dei dolori di questi anni. Li abbiamo vissuti sempre guardando la luna, i nostri ipod classic che si riempivano di brani scaricati dal web. Lo stesso che ci ha intossicato, che non ci ha lasciato il respiro.  E per questo mi ritrovo a scrivere in un macbook bianco, con altri due in macchina, ascoltando un album di Shivaree, perché questa iper connessione mi stanca, mi annoia, e i tutto questo non ce n’è  siamo accorti. Lo so, siamo quelli di MSN, di c6, dei forum, di tutta questa materia secolare e preistorica, siamo perennemente nostalgici, infallibili nostalgici. Tutto questo senza una reale spiegazione.

In passato in questo lento blog diario, che attraversa un bel pezzo della mia vita, ho raccontato di alcuni passaggi fondamentali, (nel frattempo mio figlio dorme) tipo questa novità, la luce del salotto è soffusa,  ed io con una coperta, come se fossi davvero nei primi del duemila, scrivo, penso, ascolto, tutto questo in un sabato pomeriggio.  A pochi mesi dai miei quaranta, a pochi mesi dal 2005, da quando iniziai a scrivere in questo luogo eterno. Scrivere in un Macbook bianco del 2010 ha tutto un altro significato, legato ad un indescrivibile piacere e gusto, di un itunes allo stato di rispetto nei miei confronti. Torneremo su questo tema più avanti.

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