Le riflessioni della pesca di Praga

2 aprile 2024
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La cosa più bella del mondo, è l’amore per la famiglia e per i figli, per la lettura di un buon libro, un treno che corre tra Berlino e Praga, un Cd dei Verdena.

L’odore della scampagnate si perde verso un astro di luce di nostalgia e ricordi, pieni come un macbook bianco, un ipod classic, come un ritorno a scuola che non ci sarà mai.

Maledetta ansia e maledetta nostalgia.

Maledetti tutti i miei nemici e amici, passaporto di un tempo, e bisognerebbe inchinarsi davvero sulle cose che ti fanno stare bene. Una spasmodica ansia, rivolta verso qualcosa di meraviglioso, un tea pomeridiano come amici stranieri, dovremmo chiederci cosa esattamente ci rende felici?

Raccontavo qualche settimana fa, che sono vent’anni da Praga, dal diploma, e da tutto il resto, qualcuno direbbe, vi siete mangiati tutto, la colazione dell’amore, la nostalgia, le delusioni, non c’è esattamente un cavo che unisce tutte questi pensieri, la solita e scontata frase, il peppe che incontra il robba, il dandy, il Paz!, quello di Bologna, di lettere, della letteratura russa, e di tante altre cose di questo genere.

Arrivo sempre in ritardo a tutte cose, c’è però una piccola differenza, prima potevo lasciarmi andare a qualche delusione, a qualcosa che perdo nella delusione, alle serrande abbassate, soffrire bevendo vodka, e tanto altro, un vorrei ma non posso, adesso no.

Adesso i miei occhi sono sulla rivoluzione della mia vita, il mio immenso Koba.

Abbiamo perlomeno imparato tanto da tutte queste esperienze, dovremmo riprogrammare la nostra vita e sfortunatamente trovare un obbiettivo, perché siamo sempre strumenti senza un normale senso logico. Io non conosco le verità dei miei compagni di classe dopo tutto questo tempo, non conosco la loro felicità, la loro chiave di lettura, il peso della noia della loro vita, la frenesia e la corsa della loro vita. Io non la conosco. Però ho capito delle cose, per esempio, mi annoiano i social, mi annoiano le foto, e non capisco perché c’era questa esigenza di raccontare qualcosa di così “poco interessante”. Dovremmo lasciare posto per esempio ad altro, questo si. Vogliamo lasciare posto ad altro, disconnettersi e riconnettersi verso qualcosa che ci faceva piacere, riempire “spazi” fare ciò che piace. E scrivere per iniziare, per ritornare, per “esserci” per piacere, per ricordare.

Bianca di bianco

23 marzo 2024

La stanchezza dei vent’anni, tutti vissuti nelle onde del mare di tutte quelle cose che “non scriveremo mai oppure non diremo mai”.

Silenzio del banco, di colore non saprei, e di  perversioni, nell’esitare a laurearsi poi, in un secondo tempo della vita, a quarant’anni. Senza dire nulla. Una mia frase scontata e consumata ” e noi ci siamo stati”, ma dove?

Tirare le somme di vent’anni da “uomini e donne” diplomati presso un liceo che non esiste più, ci chiede un coraggio davvero mostruoso, un coraggio da non dimenticare. 

Cose che mi piacciono fare, come scrivere sul mio Macbook bianco, seduto all’aeroporto di Reykjavik ascoltando qualcosa che varia tra i Muse ed i Radiohead, controllando se il visto per Pechino è intatto. Nel frattempo il buio avvolge me stesso, tutto avvolge me stesso. Direbbe qualcuno, portami in qualche biblioteca, portami alla Feltrinelli. Hai dubbi per me?

Vi assicuro che ho tanto da scrivere. Ma adesso non torno indietro, anche se la mia batteria del Macbook bianco necessità spesso l’energia elettrica, spero di trovarla spesso negli aeroporti. In uno zaino posso andarci tante cose, anche il mio ipod Classic con 48000 brani della mia vita.

In the end, l’ultimo brano dell’ultimo album dei The Cranberries è davvero straziante.

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La domenica pomeriggio.

14 marzo 2024

La radio che trasmetteva le partite, la noia dell’idea che l’indomani si tornava scuola.

Il villino è la domenica, è la domenica si va in campagna. c’è un’idea, una voglia di tornare indietro, mentre un mondo corre in avanti. È la paura del futuro, mentre si legge un presente meno sicuro, ed un passato che fa di noi la nostalgia d’amore.

Siamo fermi su un film, mentre preferiamo scrivere un MacBook bianco mid 2010, il lettore cd trasmette una sicurezza incredibile. Cosa porti nel tuo zaino da viaggio, per un viaggio in treno? un ipod classic con circa 45000 brani. Non amo la solitudine, ti racconto solo quello sento, e quello che mi trasmettono le “cose”.

Spesso penso di essermi catapultato “oltre” le cose che dovrebbero tenermi con i piedi per terra. “altrove” vorrei essere, un’idea, quella biblioteca bianca, calda, piena di polvere sui libri e silenziosa, dove accedere il mio “MacBook bianco”. in quella biblioteca c’era anche un manuale di lingua russa, che la rivoluzione del mio “ottobre”, portò alla furia del furto.

Direbbero gli Offlaga disco pax, farsi arrestare per un furto, di un manuale di lingua russa.

Vi avevo promesso, e promesso a me stesso di tornare a scrivere, lo sto facendo, nella speranza che, questo “momento” possa darmi “anche” alcune risposto di letteratura.

Infondo, c’è.

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Quelli che si ritiravano

28 febbraio 2024

Come te nessuno mai

L’entusiasmo di settembre, l’energia dell’inizio, magari della voglia di rinascita, poi naufragava. Lo zaino con la penna e il diario fresco, la lista dei libri, i buoni propositi per chi ha ripetuto l’anno.

Ci si chiede cosa manca? Cosa mancava all’entusiasmo.
Quale delusione, quali dolori, cosa fare per salvarsi.

La scalata del primo quadrimestre, crollava e si cadeva.

E poi rimanevano nel mondo del “ che fare?”

Iniziavano le assenze e le incursioni durante la ricreazione.

Per alcuni il mondo andava avanti, per altri rimaneva li’, in quell’anno, in quella classe, in quel quadrimestre.

Il diario rimaneva incompiuto, magari pieno di dediche e firme, un modello pre- porcheria Facebook.

I libri vuoti, e quale miraggio, senza un diploma in tasca?

Non lo sò e non lo sapremo mai, forse negli anni 2000, si sentiva di avere ancora qualche possibilità nel mondo lavorativo.

La ricreazione è finita, suona la campana, studenti rientrano in classe, magari stanchi ed annoiati, i ritirati rimangono un po’ da soli, seduti sopra i loro motorini, fuori dalla scuola, fuori dalla classe, forse fuori da tutto.

Dentro una bolla di desolazione,
Dentro la scatola delle mancate prospettive.

Nella ruota del tempo che vola in avanti,
dopo qualche sporadica apparizione, poi il nulla. Poi non è venuto a trovarci più nessuno.

Forse, in quelle giornate di caldo, in quella leggerezza dell’orrore, è stato meglio così.

Dimmi dove si trovano le bombe atomiche?

23 febbraio 2024
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Volendo lasciare a casa i nemici dei Radiohead, chiuso in una biblioteca Palermitana, nell’intimità di qualcosa molto proverbiale, alcuni ragazzi scrivevano la loro vita in alcuni macbook bianchi.

Non c’era un obiettivo specifico, nella mente ci si poteva dondolare nell’immensità stravagante di qualche tentativo di Erasmus.

Vi prometto che continuerò a raccontarvi storie.

Vent’anni del volatile di Praga

13 novembre 2023

Dirvi che non vuol dire nulla, essenzialmente nulla e per nulla. Ma non dirò questo, dirò che il tempo disegna cose cosi belle, così che ti fanno stare bene.

La zona “confort” della casa è una cosa meravigliosa, il tempo che passa e la comodità del resto delle cose. Quasi quasi invidio la vita di mio fratello. Cosa dovevamo dirci? In realtà nulla. Forse volevamo parlare del compleanno del volatile di Praga, sentivamo il bisogno di dirci queste cose .

Molto spesso, più una persona diventa grande, più risente questa nostalgia serenità della casa dei propri genitori. C’è sempre una fase chiamata a questo punto “ritorno”. E questo volatile di Praga, innamorato da vent’anni della mia ex camera, sente lentamente, l’Oriente e l’orrendo giudizio.

Vuoi giudicarmi? Si, forse per tutti gli orrori del mio passato e del mio presente. Sbaglio tutti gli obiettivi e prendo sempre le strade più semplici. Quello che ho fatto io, non vorrei mai per mio figlio.

Lo voglio motivato e felice.

Il volatile di Praga, mi dice e mi ricorda chi sono e chi sono stato, ma non dice nulla su che cosa sarò. Io mi sono iscritto all’università per che volevo fare il professore di storia e filosofia, oltre all’’estasi dei corridoi e di tutte le scoperte nuvole e possibile, caddi e peccai nell’esasperazione delle turbolenze amorose e dandy. In realtà capii che mi mancava la zona “confort” della mia VC, della mia classe di liceo e dei miei compagni di classe. Ancora adesso mi chiedo il perché. Mi ero montato la testa su un corso di laurea così perplesso e disordinato, e non riuscivo e venirne a capo. E poi c’erano i sogni, nel cassetto, nel divano, nelle fosse comuni.

Aspettavo, aspettavo e scrivevo. Mi posteggiavo all’università, trovavo le strade semplici, e senza fretta, lèggevo, scrivevo e vivevo di nostalgie. Tuttora.

Uno dovrebbe scrivere in un foglio di carta certe “date” e altre date. Uno dovrebbe, probabilmente, uno dovrebbe dire, scrivere, pensare, additare. Uno dovrebbe. Ma lasciamo perdere.

Per concludere questa paginetta, prima della fine della mia pausa pranzo, sento la necessità quasi di essere come sempre una ragazzino sempre responsabilità, io non lavoro mi trascino. Potrei, vorrei, come a scuola, la noia, la nausea.

Portare a compimento qualcosa, procrastinare, rinviare a domani, la zona confort, probabilmente, il volatile di Praga, l’uccello di Praga, ne sa qualcosa.

A presto.

Praga di notte

Ripasso e talento

10 novembre 2023

Si, davvero, c’è stato un tempo legato a qualche BlackBerry, con qualche responsabilità in meno, e qualche voglia o meno disperata di cambiare vita. Mi ritrovo in ufficio a quasi quarant’anni e tante indecisioni, ma anche qualche certezza. Sempre l’unica strada di cui mi lamento tanto, il lavoro che non mi da giustizia. Ed io cosa sto facendo? Me lo chiedo pure io. Seduto con il mio iPad nella riflessione più enorme del mondo. Amo la mia famiglia, amore le mie immense cose carine.

Dovremmo trovare spazio nel lungo viaggio per Reykjavik, trovare una cosa per “ritrovare” il nostro “spazio” per pensare. Ci siamo dimenticati cosa significa “pensare” ci siamo dimenticati dei visi, delle parole e del calore di certi professori universitari. Abbiamo dimenticato la zona “confort”. Alla ricerca, definirei estenuante, di quello spazio che libera la tua “mente” e non ti fa venire mal di testa .

Finisce sempre così.

Islanda, neve.

Settembre

2 ottobre 2023

Spesso, il mese di settembre è quello dove tutti scriviamo buoni propositi, cerchiamo di trovarne qualcuno che ci faccia stare bene. Ma poi, tutti questi buoni propositivi, vengono attuati? C’è qualche alternativa , magari dandy, a tutte queste ilarità?

La solita domanda, cos’è che ti fa stare bene?

Ottobre è quel mese dove, dovremmo iniziare queste malinconiche espressioni del cuore, La snervante ricerca di cosa ti fa stare bene.

Il problema e che non sono mai stato bene, in ogni angolo della mia vita, sono stato male, e mi chiedo, quando sono stato felice?

In realtà la felicità è a momenti, potrei citare delle date, delle volte in cui qualcuno ha fatto qualcosa per me. C’è sempre una paura, una perplessità, un volgare dittongo, un silenzio stampa.

Ora nella più utile confusione, causata da simpatici anni 2000, dove alla fine si poteva decidere tutto, tanto, e le cose che magari sapevo fare non le facevo.

Potevo decidere di entrare nel mondo della scuola, in realtà ne ero convinto, ma poi.. ma poi? Non ricordo cosa ho combinato, errori ed orrori in qualche percorso, donne, alcool e droghe come nei classici scritti di qualche aspirante “dandy” scrittore.

C’è tempo per tutto, c’è stato un tempo alle porte dei trenta, ci sarà un arco / varco temporale alle porte dei “quaranta”. Dovremmo tutti prendere un treno per Marte.

Bisogna avere le idee chiare, un pò come “il viaggio in Cina, una laurea magistrale in fallimento, una voglia di entrare nel mondo della scuola”.

Ma anche solo vivere più dignitosamente.

Ho vissuto con l’idea, per anni, che qualcuno avrebbe risolto le cose al posto mio, come il lavoro, gli studi, e tanto altro. Anni fa ero preoccupato da sogni che mi ricordavano il liceo, in realtà mi chiedevano quando “ti laurei ?”

Io credo che il ritorno alla triennale sia stata una lunga corsa contro tutti i venti, la pioggia, la grandine, solo con me stesso e con tutti i miei sacrifici, che sono stati ricompensati.

La vita non è facile, ma l’amore, l’amore per la famiglia, per mia moglie, e per il nostro Koba, e per tutte le cose belle, è energia, quella di cui uno a bisogno ad Ottobre, il mese delle cose da iniziare.

Ottobre

Studio o lavoro a tutti i costi? La scelta di una vita migliore.

21 marzo 2023

Molti di noi si trovano spesso di fronte alla scelta tra dedicarsi al lavoro o allo studio. Tuttavia, la decisione di investire in se stessi e nella propria formazione può portare a grandi benefici a lungo termine. Non solo ci permette di acquisire nuove competenze e migliorare le nostre prospettive di lavoro, ma ci aiuta anche a sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda. Inoltre, l’istruzione può essere un’opportunità per esplorare nuovi interessi e passioni, che altrimenti potrebbero rimanere inesplorati. Quindi, quando ci troviamo a dover scegliere tra studio o lavoro, dovremmo considerare attentamente quale scelta ci darà la possibilità di creare la vita che vogliamo per noi stessi e per le persone che amiamo.

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Vedi se le scarpe ti stanno strette.

9 marzo 2023

C’era una volta e forse non più la mia voglia di andare  a casa dei nonni, per dimenticare,  per ricordare forse chi ero, chi sono stato, cosa  volevo essere. Ma questo tempo non c’è più, come non  c’è più questo spazio di pensieri, positivi o  meno, che sorvolano il sogno sopra di noi.  Non è una questione di speranza o speranze  per qualcosa che in realtà non avverrà, ma intimo silenzio, forse, per la casa dei nonni.  Non facciamo che dirci con gratitudine la solita domanda: Ma tu che pensieri hai? quale dolore conservi?  Probabilmente nessuno. Niente per me niente per te.

Ma qualche domanda bisogna scriverla.

Siamo in grado  di scegliere, cambiare? prendere decisioni così da secondo immenso salvagente in qualche lago vicino Mosca, vicino Palermo,  vicino a tutte le anime dei morti.   Dovremmo pensare e dire, siamo in grado? Vogliamo essere grandi? e per il resto, e per il resto, dormire.

Felice del lavoro?  come quella frase, simpatica o meno,  alla ricerca di qualche silenzio negativo, alla ricerca di altro, e trovarsi sempre a fare altro, in società che ti succhiano il sangue, senza via di scampo, senza uscita di sicurezza.

Ho capito tanti anni fa, del folle polso, tra il dipartimento di lingua e letteratura russa, di una magnifica facoltà di lettere, scendono gli scalini e finendo nel dipartimento di letteratura italiana, e tanto altro, ed io conosco a questo punto, io che non sono il nulla, tante verità, che non ti dirò mai.

Troviamo il tempo per sognare, il tempo per scrivere, quello che perdersi. Troviamo sempre il tempo per fare le cose belle.

La letteratura ti permettere di scrivere cose, presupposti quasi “dandystici” ma poi la realtà è tutt’altra cosa, sofferenza del cuore, amore per il tuo sangue, il tuo respiro, il tuo tutto.

I miei nonni non ci sono più, la casa è vuota, alcune Moleskine perse.

Bisognerebbe trovare tanta energia per uscirne in modo semplice.

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